ADHD: comprendere il disturbo da deficit di attenzione e iperattività
- Dott. Luca Raspatelli
- 7 apr
- Tempo di lettura: 4 min

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è una condizione neurobiologica che influisce sulla capacità di concentrazione, sulla regolazione delle emozioni e sul controllo dell'impulsività. Viene spesso diagnosticato in età infantile, ma i suoi effetti possono persistere nell'adolescenza e nell'età adulta. Questa condizione non riguarda solo la difficoltà a rimanere attenti o a controllare l'iperattività, ma ha un impatto più ampio sulla vita della persona, influenzando il rendimento scolastico e lavorativo, le relazioni interpersonali e il benessere emotivo.
L'ADHD non è il risultato di una cattiva educazione o di una mancanza di disciplina, ma una condizione complessa influenzata da fattori genetici, neurologici e ambientali. Con una diagnosi adeguata e un supporto mirato, chi ha l'ADHD può sviluppare strategie efficaci per gestire i sintomi e valorizzare i propri punti di forza.
Cos'è l'ADHD?
L'ADHD è caratterizzato da tre principali sintomi:
Disattenzione: difficoltà a mantenere la concentrazione, dimenticanza frequente di impegni o oggetti, scarsa organizzazione.
Iperattività: movimento incessante, difficoltà a stare seduti, eccessiva loquacità.
Impulsività: difficoltà a controllare le proprie reazioni, tendenza a interrompere gli altri, scarsa tolleranza alla frustrazione.
Questi sintomi possono presentarsi in combinazioni diverse, portando alla distinzione tra ADHD con predominanza inattentiva, iperattiva-impulsiva o combinata.
Cause e fattori di rischio
Una delle domande più frequenti è: si nasce con l'ADHD o si sviluppa nel tempo? La realtà è che le cause di questo disturbo non sono ancora del tutto chiare. Tuttavia, la ricerca ha evidenziato diversi fattori che possono contribuire al suo sviluppo:
Fattori genetici: alcune varianti genetiche possono aumentare la probabilità di sviluppare l'ADHD, anche se la relazione esatta tra il patrimonio genetico e il disturbo è ancora oggetto di studio.
Fattori neurologici: il cervello delle persone con ADHD presenta differenze strutturali e funzionali, in particolare nelle aree coinvolte nell'attenzione, nella regolazione degli impulsi e nelle funzioni esecutive.
Fattori ambientali e di sviluppo: alcune condizioni durante la gravidanza e la prima infanzia, come l'esposizione a sostanze tossiche, complicazioni prenatali, basso peso alla nascita o nascita prematura, sono state associate a un maggior rischio di sviluppare il disturbo.
Come si diagnostica l’ADHD?
La diagnosi dell’ADHD è un processo accurato che richiede l'intervento di specialisti della salute mentale, come neuropsichiatri infantili, psicologi clinici o psichiatri. Per identificare il disturbo, vengono utilizzati criteri diagnostici specifici, colloqui approfonditi, osservazioni comportamentali e strumenti di valutazione standardizzati.
Nel caso dei bambini, il percorso diagnostico prevede l’osservazione del comportamento in contesti diversi, come la scuola e l’ambiente familiare. Per raccogliere informazioni dettagliate, si effettuano colloqui con genitori e insegnanti e si utilizzano test mirati. Tra gli strumenti più comuni troviamo le Scale di Valutazione per l'ADHD e la Wechsler Intelligence Scale for Children (WISC), utile per analizzare eventuali difficoltà cognitive associate.
Negli adulti, la diagnosi può risultare più complessa, poiché i sintomi possono essere meno evidenti o compensati da strategie adattive. Per questo motivo, gli specialisti si avvalgono di interviste cliniche dettagliate e test specifici per valutare come l’ADHD influenzi la vita quotidiana.
In entrambi i casi, la diagnosi si basa sui criteri stabiliti dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), che richiede la presenza di sintomi persistenti e significativi in più ambiti della vita.
Impatto sull'individuo e sulle relazioni
L'ADHD può influenzare diversi aspetti della vita, tra cui la performance scolastica, il lavoro e, come approfondito nell'ultimo articolo, le relazioni interpersonali. I bambini con ADHD possono faticare a seguire le regole in classe, mentre gli adulti possono avere difficoltà nella gestione del tempo e nell'organizzazione. L'impatto emotivo è significativo: senso di frustrazione, bassa autostima e difficoltà nei rapporti sociali sono esperienze comuni.
Approccio terapeutico e strategie di gestione
Il trattamento dell’ADHD mira a ridurre l’impatto dei sintomi e a migliorare la qualità della vita della persona, sia essa un bambino o un adulto. L’intervento prevede un approccio integrato che combina diversi strumenti e strategie.
Psicoterapia e supporto familiare:come affrontato già nell'articolo ADHD e famiglia, il coinvolgimento della famiglia è fondamentale per aiutare il bambino o l’adulto a sviluppare strategie efficaci per gestire i sintomi. Un approccio sistemico-relazionale può facilitare il miglioramento delle dinamiche familiari e delle interazioni sociali.
Farmacoterapia: in alcuni casi, sotto stretto controllo medico, possono essere prescritti farmaci per aiutare nella gestione dei sintomi.
Interventi educativi e strategie personalizzate: per i bambini, è utile adottare strumenti che aiutino a organizzare meglio il tempo e l’attenzione, come routine chiare, suddivisione dei compiti in fasi più gestibili e rinforzi positivi.
Gestione dell’autostima e regolazione emotiva: insegnare strategie di rilassamento, gestione dello stress e consapevolezza corporea, come tecniche di respirazione e mindfulness, può contribuire a migliorare il benessere complessivo.
Sostegno scolastico e diritti educativi: in Italia, l’ADHD può rientrare tra le condizioni riconosciute dalla Legge 104/92 se influisce significativamente sull’autonomia e sulla partecipazione sociale. In ambito scolastico, il supporto può essere garantito attraverso un Piano Educativo Individualizzato (PEI) per favorire un apprendimento più adeguato alle esigenze dello studente.
L'ADHD è una condizione complessa che richiede un approccio integrato per migliorare la qualità della vita di chi ne soffre. Con il giusto supporto, strategie adeguate e una maggiore consapevolezza sociale, è possibile affrontare le sfide associate al disturbo e valorizzare le risorse individuali.
Se senti di avere necessità di supporto o vuoi approfondire temi legati al benessere psicologico, non esitare a contattarmi. Sono disponibile per appuntamenti e consulenze. Puoi raggiungermi al numero +393451561557 o via email a lucaraspatelli.psicologo@gmail.com
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